Omaggio all'artista Nathan Fowkes
fra spine di rovo
a fatica avanzavo
quante cadute non ricordo
cammino sempre ripresi
incespicando ... imprecando
nessun appiglio
sosteneva la mia mente
satura di fosche ombre
nero manto silenzioso
che il cuore velava
negandomi spiraglio di luce
troppi rovi graffiarono
il mio corpo che dolente
arrancava fra cespugli
di pensieri intrecciati
eppur qualche ramo
di verdi foglie ci fu
ad illudermi
che varco di luce
lontano non fosse
grata la mano allungai
ma poco dopo
rami di mani ovunque
cercavano di avvolgere
il mio corpo
ed io dura maschera di pietra
in viso ... tenera dolcezza
in cuore
strappavo i rampicanti
e a testa alta ricominciavo
il mio cammino ... sola
ma fiera di me stessa
oggi il mio viso
di luce è inondato
nessun rovo mi può graffiare
e ad alcuno debbo dire "grazie"
Elisabetta
Intenso poema ed immagine superba.
RispondiEliminaArianna :) in effetti le parole scorrevano come acqua ... non riuscivo a trattenerle:)
RispondiEliminagrazie per la tua visita :)
a presto ... elisabetta
quando tutto passa ,la ricordi come un brutto sogno ..la vita sorride
RispondiEliminabrava dolce Eli
Ciao Eli, ammiro la forza del tuo messaggio, metto qui versi di una canzone che di certo riconosci: "Quanti miracoli, disegni e ispirazioni... E poi la sofferenza che ti rende cieco, nella cadute c'è il perchè della Sua Assenza, le nuvole non possono annientare il Sole"... Si, la tenerezza può affacciarsi dopo la sofferenza e sostenere il cammino, quello nostro che sempre rimane aperto.
RispondiEliminaCiao Elisabetta!!!!! Sempre bellissimi i tuoi versi e le tue immagini!!!! Un bacio..
RispondiElimina